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I THUNDERBOLTS in:
FUORI IL NUOVO, DENTRO IL VECCHIO
Di FABIO VOLINO
Prima Parte
1
Slorenia.
Il lavoro è di quelli decisamente gravosi: ricostruire una nazione, ridarle speranza. Ed i Thunderbolts stanno eseguendo al meglio questo compito, difendendo la nazione balcanica da chiunque voglia attentare alla sua incolumità come recentemente accaduto*.
* V. Vendicatori 49/50
Ma tutti hanno bisogno di riposarsi ogni tanto, anche i componenti dei supergruppi, soprattutto se rimasti feriti in conseguenza dell' impegno che si sono assunti. Insomma, è il momento migliore per conoscere meglio alcuni di loro.
"Mi parli di lei" esorta lo scrittore Yaphet Mausen, uno degli ospiti più illustri della Slorenia.
"Cosa vuole sapere esattamente?" chiede Diamante Blu.
"Tutto quello che di interessante lei può raccontarmi. Soprattutto mi interessa sapere chi è veramente lei, da dove ha tratto il suo potere. Il suo compagno di squadra Atlas mi ha riferito che lei agiva già ai tempi della Seconda Guerra Mondiale. Eppure sembra così giovane...".
Diamante Blu alza lo sguardo al cielo, come a voler contemplare qualcosa che solo lui riesce a vedere. Poi riporta il suo sguardo su Mausen:"Sì, la mia è una storia che affonda le sue radici nel lontano passato. Mi chiamo Elton Thaddeus Morrow ed un tempo ero un professore di archeologia. Ero un tipo alquanto particolare: non mi limitavo ad insegnare, ma mi imbarcavo personalmente in missioni in continenti lontani, per ritrovare antichi manufatti di grande interesse".
"Un po' come Indiana Jones" commenta Mausen.
"Chi?".
"Lasci perdere. Continui pure".
"Nel 1941 ci fu l' avvenimento che cambiò la mia vita: stavo esplorando l' Antartico quando trovai un enorme diamante che risplendeva di una intensa luce blu. Rimasi affascinato dalla sua vista e stetti a contemplarlo per diversi minuti, prima di afferrarlo. Chissà quanti segreti nascondeva questo prezioso artefatto. Ma a quanto pare non ero destinato a scoprirli tanto presto: una volta nel Nord Atlantico, la nave che mi stava riportando negli Stati Uniti venne speronata da un U-Boat tedesco. Il mio unico pensiero in quel momento andò al diamante: abbrancai la cassa in cui l' avevo riposto e gettandomi in mare la usai come una sorta di salvagente. Ma l' equipaggio del U-Boat mi vide ed iniziò a sparare: uno dei proiettili colpì la cassa ed il diamante, il quale si frantumò in mille pezzi. Frammenti che si infilarono nel mio corpo, ritornando alla loro forma originaria. Ero cambiato: il mio corpo era diventato duro come il diamante ed era praticamente a prova di proiettile.
Ovviamente ero diventato anche superforte ed invulnerabile".
"E pensò bene di utilizzare questi superpoteri al servizio della sua nazione".
"Sì: a quel tempo si era molto più patriottici di oggi ed un nemico subdolo minacciava gli Stati Uniti. Io lo combattei, sia da solo che come componente della Legione della Libertà, una sorta di succursale degli Invasori".
"Invasori, sì" dice lo scrittore "Visione mi ha accennato di loro, mi interesserebbe conoscere la loro storia un giorno. Ma per ora ritorniamo a lei. Cosa fece al termine del conflitto?".
"Restai in attività fino al 1946, poi molti di noi decisero che era giunto il tempo di appendere il costume al chiodo. Sciolti i Vincitori, debellata definitivamente la minaccia nazista, sembravamo ormai fuori posto. Poi negli anni '50 lessi delle nuove imprese di Capitan America: lo avevo personalmente conosciuto e non riuscivo a credere ai miei occhi. Sembrava più determinato, più spietato: i tempi erano cambiati, io non volevo
cambiare insieme a loro. Perciò mi ritirai a Cape Cod, col diamante che per qualche misterioso motivo rallentava sensibilmente il mio processo di invecchiamento. Divenni così testimone della nuova ondata di meraviglie: i Fantastici Quattro, l' Uomo Ragno, gli X-Men, i Vendicatori... Ritornò anche Capitan America, il vero eroe che conoscevo un tempo".
"Ma c'era qualcosa che non la appagava, non è così?".
"Sì, ero molto infelice: forse rimpiangevo troppo ciò che ero stato, forse era solo un periodo di depressione. Poi un giorno ricevetti la visita di una donna proveniente dalle stelle: si chiamava Shanga, mi ammaliò col suo fascino ed insieme a lei abbandonai la Terra. Poi...".
"Poi?".
"È pronto ad ascoltare cose ancora più incredibili di quelle che finora ho raccontato?".
"Sono di mentalità aperta".
"Ci sono strane forze all' opera nello spazio aperto. Una di queste forze ha nome lo Straniero: un essere enigmatico dagli obiettivi altrettanto enigmatici. Dopo aver catturato me e Shanga, fece degli esperimenti su di me, intrigato dalle capacità del diamante. Secondo lui la pietra era solo una parte di un artefatto alieno molto più grande e potente, precipitato sulla Terra e sparsosi in numerosi frammenti. Questi esperimenti dapprima mi ringiovanirono, riportandomi all' età che vede ora, poi la mia essenza vitale rimase racchiusa all' interno del diamante blu. Poi deve essere accaduto qualcosa: un attacco alla base dello Straniero o chissà che cosa*. Fatto sta che il ricordo successivo che ho è stato il risvegliarmi accanto ai Thunderbolts: in qualche modo ero ritornato sul mio pianeta natale".
* V. Marvel Collection 6
"E cosa conta di fare ora?".
"Ricostruirmi una vita, tanto per iniziare: credo che sarà un obiettivo che mi porterà via svariato tempo. Che però sono certo verrà ben speso".
"Mi permetta un' ultima domanda: c'è qualche suo parente ancora in vita?".
Elton Morrow rimane in silenzio per qualche secondo, indeciso se rispondere o no, poi:"Avevo una figlia... Ma non la vedevo già da molto tempo prima di partire per il mio esilio nello spazio. Sicuramente sarà morta".
"Ma come fa ad esserne certo? Magari ha avuto dei bambini, potrebbe avere dei nipoti...".
"Ha terminato?" lo interrompe bruscamente Diamante Blu.
"Sì. Mi scusi se in qualche modo l' ho offesa".
"No, non si preoccupi. Solamente è che preferisco non discutere di certi argomenti".
Base della Corporazione.
"Vieni pure avanti, Flagello" invita Power Broker.
"Mi è giunta notizia che ci sono delle grandi novità".
"Sì, potremmo essere ad una svolta della nostra ricerca" afferma Calvin Burlingame. Poi preme un bottone di un telecomando, facendo apparire su uno schermo una ben nota faccia. "Quest'uomo si chiama Samuel Sterns, ma è più noto con l' appellativo di Capo. Secondo alcune voci, avrebbe avuto dei contatti con l' HYDRA ed è probabile che abbia analizzato attentamente i piani della prima bomba al betatrone".
"D' accordo, ma adesso si trova in carcere" ribatte il Flagello "E comunque non credo proprio che vorrebbe collaborare con noi".
"Non sarà necessario contattarlo: una delle basi segrete del Capo ancora poco esplorate si trova a Roma, in Italia. Dopo lunga ricerca, siamo riusciti ad individuarne le coordinate. Dovrai ispezionarla attentamente, alla ricerca di ogni indizio che possa aiutarci a ricostruire la bomba".
"Questa base è ben sorvegliata?".
"Certo, abbiamo a che fare con una sublime mente criminale dopotutto. Ma questo forse ti spaventa?".
"Per niente" risponde il Flagello "Anzi, è una sfida che mi esalta".
2
Slorenia.
"Vuole sapere della mia vita?" esclama una incredula Claire Voyant.
"Sì" risponde Yaphet Mausen "Ho già intervistato il suo collega Diamante Blu: voi eroi della cosiddetta era dorata suscitate la mia curiosità".
"Il fatto è che molti ricordi del mio passato sono confusi nella mia mente".
"Non si preoccupi: lei pensi a raccontare".
Claire si mette una mano sotto il mento, poi dopo qualche secondo... "D' accordo. Ricordo che tanto tempo fa esercitavo la professione della medium, col nome che portavo ero probabilmente predestinata a farlo. Facevo questo per tirare avanti dopo la morte del mio primo marito".
"Scusi se glielo chiedo: aveva davvero doti medianiche o era solo un trucco per attirare gente speranzosa?".
"Lo confesso: inizialmente era tutta una farsa. Inizialmente. Una notte, però, tutto cambiò".
Vi è qualche attimo di silenzio carico di tensione, poi la donna continua:"Quella notte accolsi nel mio studiolo i tre componenti della famiglia Wagler: la signora ed i suoi due figli. A loro promisi che li avrei messi in contatto col loro defunto marito e padre. Giunsero le nove ed un' aura rossa invase la stanza, poi...".
"Poi?".
"Poi c'è il primo buco della mia memoria: ricordo solo il rosso, così intenso da accecare. Forse intravidi anche una forma in quel momento o forse fu solo la mia immaginazione. Quando mi ripresi, sono certa che ero vestita diversamente, avevo addosso quel costume che mi avrebbe reso la prima Vedova Nera. Ma tutto questo ai Wagler non interessava affatto: volevano parlare col loro caro estinto, avevano assistito unicamente a quello che per loro era un banale trucco magico. E come se non bastasse in quel momento esclamai una sinistra frase:'Pongo sulla vostra famiglia la maledizione di Satana!'. Così se ne andarono indignati. Ma le loro disgrazie non erano ancora terminate: mentre tornavano a casa, la loro auto venne coinvolta in un drammatico incidente, che uccise sul colpo la madre e la figlia minore. Solo il maggiore, James, sopravvisse e giurò di vendicarsi su di me".
"La riteneva davvero responsabile di quanto accaduto?".
"Penso proprio di sì, dal momento che senza perdere tempo tornò alla mia dimora e mi sparò".
"La uccise?".
"Sì. Almeno... credo. Perchè qui c'è l' altro grande periodo oscuro della mia vita. Poi mi risvegliai in tutt'altro luogo, su un molo, rivestita di quell' insolito costume apparso durante la seduta spiritica. Vicino ad un pontile vi era James Wagler che ancora piangeva la morte dei suoi cari. Ma io non ebbi compassione per lui, volevo vendicarmi per quello che mi aveva fatto: mi avvicinai, facendolo impallidire in volto. Mi chiese di lasciarlo in pace, ma furono parole vane:
lo toccai con la mia mano sulla sua fronte, una luce sovrannaturale si sprigionò
e James Wagler cadde a terra. Morto. Dove lo avevo toccato, vi era rimasto
impresso un segno. Un marchio: il marchio della Vedova Nera".
"Un' esperienza davvero incredibile" commenta lo scrittore asiatico.
"E quella fu solo la prima: a quanto pare, per qualche motivo a me ignoto, andavo a cacciare persone malvagie per dare loro la giusta e definitiva punizione. Lasciando una traccia dietro di me. Iniziai con Garvey Lang, un boss del crimine, che sorpresi nel corso di un ballo in maschera, continuai poi con dei magnati dell' industria che rifornivano di armi e proiettili l' esercito nazista. E poi svariati altri, soprattutto spie naziste in territorio americano".
"Ma il fatto che lei uccidesse, mi passi il termine, senza mostrare alcuna pietà non la alienò dal mondo supereroistico dell' epoca?".
"Oh, non più di tanto. Certo, agivo prevalentemente in solitario, ma si ricordi che a quell' epoca eravamo in guerra, l' uccisione del nemico era un' opzione contemplata. Persino Capitan America ha alcune morti sulla coscienza".
"E la sua carriera... come terminò?".
"E qui arriviamo al terzo ed ultimo periodo oscuro della mia vita: io e gli Invasori avevamo appena terminato di distruggere una cittadella nazista quando precipitai nell' oblio. Al mio risveglio, mi ritrovai di fronte ad uno strano tizio con un ancor più strano costume: toccai la sua fronte, credetti di averlo ucciso ma solo pochi giorni dopo ritornò per compiere una strage in Texas. Forse il mio tocco letale era svanito. Poi altre persone mi portarono via e mi misero davanti ad una incredibile verità: erano passati sessant'anni dalla mia ultima apparizione, il mondo era profondamente cambiato. Non c'era più la minaccia nazista, i supereroi non erano più una sorta di elite con pochi iscritti, i nuovi nemici erano tanti e tutti con motivazioni diverse, alcuni senza nessuna motivazione".
"E lei come si sta ambientando in questo mondo?".
"Con fatica".
"E non c'è nulla di questa nuova realtà che trova diversa, più interessante rispetto al passato?".
"Sì, la musica: ai miei tempi c'erano di quei motivi così lenti da farti venire voglia di addormentarti. Ma le canzoni che sto sentendo ora... non so, mi provocano più di un brivido di piacere".
"Mi permetta un' ultima domanda: non si è mai chiesta da dove trae i suoi poteri?".
"Sì, più di una volta".
"E non ha mai trovato una risposta? Mi ha detto che durante quella seduta spiritica ha invocato il nome di Sata...".
"Non può essere opera del Diavolo" ribatte secca Claire "Non credo a queste cose. Avevo delle facoltà sovrannaturali, probabilmente le ho perse. Ecco tutto". Ma nemmeno lei sembra molto convinta delle sue parole.
Da qualche parte.
"È una mia impressione" dice Anti-Visione "Od il tuo lavoro sta procedendo a rilento, Techno?".
"Il fatto è che tu hai troppa fretta" ribatte il fu Paul Norbert Ebersol "Comunque stai tranquillo, tra pochi giorni le barriere che separano questa dimensione da quella che ci interessa cadranno. Ed allora potrai divertirti".
"Lo spero" afferma il Raccoglitore "Da questa vicenda dipende tutto per me. Tutto".
3
Slorenia.
"Ed io cosa c'entro esattamente?" chiede Atlas "Non sono un supereroe della Seconda Guerra Mondiale".
"Questo è vero" ribatte Yaphet Mausen "Ma la figura del leader è sempre capace di interessare i lettori. Inoltre, dopo aver saputo il soprannome che le hanno dato i suoi compagni di squadra, sono sempre più curioso".
"Quale sarebbe questo soprannome?".
"L' uomo dalle mille identità".
Erik Josten sorride:"In effetti è proprio adatto ad uno come me". Il suo sguardo si perde, come a contemplare il suo passato:"Sembra passata un' eternità, eppure sono stati solo una decina d' anni. Un tempo ero un soldato fedele a Zemo, Heinrich Zemo, credevo che l' avrei seguito ovunque. Così quando morì accidentalmente in seguito ad uno scontro col primo Capitan America, il mondo che fino a quel momento mi ero costruito crollò: disperato, attaccai l' eroe a stelle e strisce insieme ad altri miei compagni, ma alla fine non potemmo fare altro che fuggire. A me non bastava, però, volevo di più: ma come ottenerlo? Ferito, disilluso e ricercato dall' Interpol, mi imbattei in uno degli ex laboratori di Heinrich Zemo, quello dove Simon Williams era diventato Wonder Man. E caddi nella tela di inganni di colei che è nota come Amora l' Incantatrice: apparve davanti a me come dal nulla, offrendomi quel potere che bramavo grazie proprio a quei macchinari. Diversamente da Wonder Man, io non l' avrei tradita mai. Un dialogo che ebbi con lei fu alquanto illuminante su questo punto:
'Dimmi, Erik, odi i Vendicatori quanto li odio io?'
'Quando mi guardi in quel modo, odierei me stesso se tu lo volessi'".
"Bella frase" commenta lo scrittore.
"Grazie"*.
* Grazie, Stan
"E così divenne... ehm...".
"Power Man, l' alias me lo diede Amora in persona. Ed ovviamente andai subito ad affrontare i Vendicatori: coinvolto in un folle piano di vendetta di cui, a ben vedere, non mi importava nulla. Però fui bravino, devo dire, riuscii quasi a sconfiggerli. E mi innamorai dell' Incantatrice: forse era solo un suo trucco, o forse no. Così quando lei mi abbandonò non ebbi più alcun motivo di combattere e mi arresi spontaneamente. Ma in seguito incrociai ancora la strada dei Vendicatori, sempre alleato con qualche altro criminale: feci anche parte di un gruppo pacchiano, la Legione Letale, guidato dal fratello di Wonder Man, il Sinistro Mietitore. Il suo destino ed il mio erano proprio intreccati, a quanto pare. Ma sostanzialmente non stavo andando da nessuna parte nella mia vita, non riuscivo a scrollarmi di dosso la parte del soldato che esegue fedelmente gli ordini". Vi è qualche attimo di silenzio.
"E poi?" chiede infine Mausen.
"E poi le cose precipitarono ulteriormente: venni a sapere che un tizio di nome Luke Cage mi aveva rubato l' alias di Power Man. Andai al cinema da lui gestito, per riprendere ciò che consideravo mio di diritto: alquanto idiota, non trova?".
"Insomma...".
"E fu la più sonora batosta della mia carriera. E come se non bastasse, poco dopo i miei poteri iniziarono sensibilmente a diminuire: assunsi allora il nuovo alias di Smuggler, venendo coinvolto in operazioni di basso profilo che al massimo attirarono l' attenzione dell' Uomo Ragno. Alla fine rimasi gravemente ferito in seguito ad uno scontro a fuoco e, pur di avere uno sconto di pena, accettai di collaborare con la giustizia".
"Già volendosi limitare a questo, la sua è stata una vita decisamente movimentata".
"E la parte più interessante deve ancora venire: una volta uscito di prigione, praticamente depotenziato ed ansioso di una inutile rivalsa contro tutti coloro che mi avevano umiliato, mi imbattei nel dr. Karl Malus. Lui ripristinò i miei poteri, dandomi la capacità di crescere fino ad un altezza impressionante, fino a divenire un vero e proprio... Golia!".
"Da quello che mi è stato raccontato, però, pare che abbia usato queste sue capacità più che altro in, mi perdoni il termine, inutili sfoggi di violenza".
"Non c'è niente da perdonare: è una definizione esatta. Il processo di Malus aveva alterato le mie capacità mentali, cosa che mi fece agire in modo alquanto irrazionale nei mesi successivi, contro i Vendicatori della Costa Ovest, Ercole o Wonder Man, che iniziai ad odiare per motivi che ancora oggi sfuggono persino a me".
"A questo punto c'è un buco, nessuno ha saputo spiegarmi bene cosa è successo dopo".
"L' evento più traumatico della mia vita, ecco cosa è successo" spiega Erik "Venni rapito dagli alieni di un pianeta chiamato Kosmos, luogo di origine delle particelle Pym, per essere impiegato in numerosi test volti a valutare le mie potenzialità. Ma questi test per me non
furono altro che torture. Alla fine fui liberato da Helmut Zemo e Fixer, i quali mi offrirono di prendere parte, col nuovo nome in codice di Atlas, alla più grande illusione mai
perpetrata ai danni dell' umanità".
"I Thunderbolts".
"Esatto: i lupi travestiti da agnelli. Ci fingevamo eroi, ma in realtà eravamo i Signori del Male, che volevano riempire il vuoto di potere lasciato in eredità da coloro che erano scomparsi al termine della crisi di Onslaught. Ma a molti quel ruolo iniziò a piacere: la folla che ci acclamava, che ci voleva bene.... Era una sensazione straordinaria. E così quando Zemo lanciò il suo piano definitivo di conquista, tutti noi a parte Fixer lo affrontammo apertamente e lo sconfiggemmo. Inizialmente provai vergogna per aver tradito la fiducia di un uomo che mi aveva salvato la vita, ma ormai ho superato il tutto".
"E dunque l' illusione continuò" sorride Mausen.
Atlas ricambia il sorriso:"Sì, venimmo graziati per i crimini commessi, ma questo evento coincise anche con un temporaneo scioglimento del gruppo. Ci riformammo poco tempo dopo per sconfiggere Graviton, ma i nostri ranghi erano decisamente cambiati: dei componenti storici, per così dire, eravamo rimasti solo io e Carbone. A noi si aggiunsero inizialmente Diamante, Triathlon e Artiglio d' Argento...".
"Tra l' altro ho per loro notizie interessanti sui loro nuovi alias" interviene Mausen.
"... Infine due eroi della Seconda Guerra Mondiale: la prima Vedova Nera e Diamante Blu. Visione ci ha poi chiamato qui in Slorenia e come si suol dire il resto è storia".
"Devo ammettere che lei è davvero un ottimo narratore: che ne dice di scrivere lei la sua minibiografia?".
"Cosa? Lei mi lusinga troppo".
"Anche se c'è ancora un particolare che mi sfugge: lei ha iniziato a narrare da quando si è unito ad Heinrich Zemo. Ma la vita prima di questo evento? La sua adolescenza...".
"Di quella preferirei non parlarne troppo, per non dire per nulla" ribatte Erik Josten "Mia sorella morì in tenera età, uno dei miei fratelli fuggì di casa e l' altro rimase ucciso in un conflitto a fuoco... No, troppi eventi dolorosi, non voglio ricordarli ulteriormente".
"Sì, la capisco" conclude lo scrittore asiatico.
Base della Corporazione.
"Sei pronto, Flagello?" chiede il Power Broker.
"Sono nato pronto" ribatte lui tentando di imitare la voce di Snake Plissken (sbagliando così anche film, peraltro).
"Allora vai pure".
Ed attivando il potere di teletrasporto, il misterioso essere svanisce alla vista.
CONTINUA...
PROSSIMAMENTE
Le origini di Trottola e Miss America
Note dell' Autore: Tutte le notizie che troverete in questo e nel prossimo numero sugli eroi della Golden Age sono state prese da questo ottimo sito: http://www.geocities.com/jjnevins che vi consiglio di visitare.